Sinopoli Vecchio
'Un Paese scomparso'

Il Paese di
Sinopoli


Di quello che fu detto Sinopoli Greco e/o Sinopoli la vecchia restano ormai soltanto poche case ed una chiesa in continua dissoluzione, uno spettacolo veramente spettrale, da cui la vita è svanita per sempre. Stimato dall'Aceti - certamente a torto - fondazione o forse ricostruzione del normanno Sinone, ai tempi del Barrio godeva di un mercato annuo, che nel 1862 venne trasferito a Sinopoli Superiore. Secondo il Vivenzio, prima del tremendo terremoto del 1783 avrebbe avuto 643 abitanti, ridottisi in forza di esso a 191. Poco oltre un secolo dopo, nel 1901, la popolazione era aumentata di appena due unità attestandosi, quindi, a quota 193. Dopo una certa ripresa in successione all'ultimo conflitto mondiale, nel 1961 si contavano solo 31 unità. Oggi, tra le abitazioni disfatte il silenzio è assoluto.

In Sinopoli La Vecchia, come annotato, nel 1586 il vescovo diocesano, mons. Del Tufo, che vi si era recato in sacra visita tra il 31 ottobre e l'1 novembre, vi scorse due chiese, le cui caratteristiche fece riportare sull'apposito libro. Il tempio più importante era quello di Santa Maria del Soccorso, ancora non consacrato, nel quale era allogata la parrocchia, quasi certamente lo stesso che, col solo titolo di S. Maria, risultava esistente già nel 1541, verificando in questa data un cambio di reggitori. Allora al rinunciante Nicola Alessio dei Gentili venne a subentrare Marco Antonio Penna. Così mons. Del Tufo ne precisava i particolari. Si trattava di costruzione "Intempiata piana, alastricata con sepolture", con due porte, davanti alla maggiore delle quali si apriva un atrio. Gli altari erano due, entrambi non consacrati. Su quello principale si esponeva "l'immagine di rilievo fatta di legno alquanto indorata et pinta dalla Madonna S.ma con alquante figurette attorno pinte con il miracolo di N.ro Signore", l'altro era dedicato al S.mo Rosario. Oltre a ciò, era dato osservare fonti di acqua benedetta, con confessionale e due campane. Vi agiva una confraternita di laici e n'era procuratore Gialluca Casella. Detta chiesa, come il resto, crollò per effetto del terremoto del 1783 e di una sua riedificazione se ne parlava nel 1790.

L'altro, quello che faceva capo al culto di San Rocco, si qualificava "chiesa povera, non ha cosa alcuna". Su un altare "ignudo", non consacrato come lo stesso tempio, si affacciava affrescata sul muro l'effigie della Madonna con accanto San Rocco e San Bestiano (Sic! Sebastiano). Ricoperta col tetto, "senza astraco" e con due porte, rivelava ancora appena un fonte di acqua benedetta e due campane issate su delle travi.

Chiesa sconsacrata e antichi resti- Sinopoli Vecchio

 

Palazzo Repaci- Contrada San Bruno

 

Antica strada in pietre - Sinopoli Vecchio

 

Vecchie case - Sinopoli Vecchio